Forza vitale,  Nutrizione

La metafora della Manna

Quante cose ci aspettiamo che accadano all’arrivo di ogni gennaio?

Che importanza può avere? Tanto poi, strada facendo, ce ne dimentichiamo o le accantoniamo come non nostre, come se non appartenessero più alla nostra volontà di cambiamento, di disciplina, di dedizione. 

Peccato

Le lasciamo scivolare a terra come briciole di pane che, attraverso una tasca bucata, perdiamo sul sentiero e, quel che è peggio, dopo troppo vagare, prima di girare la testa.. ecco! solo in quel preciso istante in cui decidiamo di allungare il collo e la vista dietro le nostre spalle, nemmeno le briciole di quel pane scorgiamo più. 

Nel frattempo sono state ingoiate da animali uccelli o spettri pronti a raccogliere quei doni abbandonati lungo il cammino e lasciati indietro. 

La verità?
Non è vero che li abbiamo dimenticati, perché rimangono comunque desideri e volontà insiti all’interno di noi. Il fatto è che ci illudiamo che attraverso il nostro non guardarli non li vediamo.

Esiste una sostanziale differenza tra guardare e vedere.

Purtroppo, a volte, ciò che si manifesta fa paura. Ed è proprio quella paura, quel disagio che ti fa distogliere l’attenzione; le tue pupille veloci volano lontano verso altro, veleggiando oltre. 

Quel non soffermarsi per non approfondire non conduce dentro, ma è sempre fuori, alla ricerca spaesata di un intento di posarsi su qualcosa, ma è solo nell’immersione, nel silenzio, nello scavare che quel qualcosa arriva. 

Troppa fretta, troppa voglia di passare di là, troppa paura… non saprei, tu lo sai per il tuo agire io per il mio. Dovrò fermarmi dovrò calmarmi dovrò pazientare dovrò sostare dovrò rimanere e se le ombre arrivano, se i dubbi insorgono, se le domande mi infastidiscono non avrò risposte esaurienti con cui ribattere.

Nel silenzio

Non importa! Importa solo rimanere nel silenzio, nel vuoto, nell’istante, nel presente. 

Non c’è bisogno di capire tutto, anzi forse è quello il guaio.

Si vuole capire con la testa, col ragionamento, con la personalità. Rimanere in ascolto col cuore è tutto un altro discorso.

Allora cosa rende tutto così difficile? 

Cosa ci fa realmente paura? Il nostro perdere! Perdere le briciole del pane quotidiano – che Dio ci dona – dal buco di una tasca sfoderata?

Ma se il pane oggi non lo mangi o non lo doni diventa vecchio raffermo duro immangiabile. Oggi oggi oggi lo devi utilizzare quel Benedetto Pane, non domani.

Nella Fede autentica che domani avrai altro pane fresco di cui saziarti.

Ti ricordi la scena dell’Antico Testamento, quando a Mosè viene data la grazia di sfamare il suo popolo nel deserto, con la manna?

Venne loro imposto di consumarla tutta; gli ebrei dovevano mangiarla quel giorno.
Per chi, invece, fu così ingordo di farne scorta per il domani, la Manna divenne vecchia putrida marcia. La manna si può raccogliere solo per quanto necessario, vietato l’accumulo, il mercato nero, la rendita e c’è e ce ne sarà una doppia porzione quando il Padre Supremo riterrà che tu ne abbia davvero bisogno.

Epifania

Buona Epifania dunque, oggi 6 gennaio in cui mi trovo a scrivere queste righe, o oggi qualsiasi giorno sia, perché per te in questo istante possa essere una vera Epifania = quell’azione di una divinità che palesa la sua presenza attraverso un segno, visione, sogno o miracolo … scegli tu.

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